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GENERALE

RASSEGNA STAMPA

CORRIERE DELLA SERA

LE OLIVE? NON LE RACCOGLIEREMO
Protestano in Toscana i braccianti agricoli: sugli alberi i frutti sono pochi e il guadagno scende

Annata negativa in tutta Italia, la produzione di olio caler� dell�11,5%

FIRENZE - I raccoglitori di olive sono in silenziosa, pericolosa rivolta. Uomini e donne di mezza et�, quasi tutti operai pensionati, abituati a sfidare pioggia e gelo per pettinare con il rastrello i quindici milioni di piante sparse nell�agro olivicolo toscano, sono agitati, addolorati, e molti addirittura decidono di non andare al lavoro. Il perch� � presto detto. I raccoglitori usano ricevere il compenso in olio. Se tutto va bene, possono raccogliere fra gli 80 e i 100 chili in un giorno, e il 6,5� del raccolto frutta 5 chili di olio che, se vergine ed extrafino, corrisponde sul mercato a 38 euro, pi� o meno. Ma se la pianta d� pochi frutti, o li d� toccati dagli insetti, quindi meno buoni, il gioco non vale la candela, il compenso risulta scarso. E cos� quest�anno su migliaia di olivi, i frutti - belli e meno belli - resteranno abbandonati. In Toscana si userebbe festeggiare l�olio appena uscito dal frantoio con il pranzo della �fettunte�, che vede al centro delle tavole il pane arrostito, strofinato con aglio, inzuppato nel liquido verdastro e amarognolo. Ebbene: queste settimane vedono un preoccupante diradarsi delle feste, poche �fettunta�, almeno quelle organizzate in privato, nelle aziende agricole e nelle famiglie.
La fortuna dei raccolti effettuati pi� presto che in passato per il protrarsi di un pericoloso tepore autunnale, pu� essere descritta in una mappa variopinta. In certi posti tutto appare normale; in altre zone il raccolto � in corso tra polemiche e batticuori. Sulle colline pi� alte, nella zona di Reggello, come a Pomino o Dicomano, � andata benissimo, gli alberi carichi hanno dato olive sane, ma in altre zone alte, come certe colline del Chianti, tra Siena e Arezzo, per esempio in val d�Ambra, di fronte a dieci poderi che hanno visto azzerare il raccolto per la rovinosa grandine di settembre, altri dieci confinanti sono indenni. Nel Chianti alto tutto bene, nella Bassa medolese molti problemi. Peggio � andata verso il mare. Qui la rovinosa mosca olearia � stata nutrita dai caldi venti autunnali, e in molti oliveti l�olio risulta poco, meno buono, scipito, non fruttato. Talvolta il trattamento antiparassitario pu� risentirsi nel sapore.
E la Toscana � tra le regioni pi� fortunate. La sua produzione di olio (anche se meno soddisfacente del solito per i parametri di acidit� e perossidi) sarebbe, con ventimila tonnellate, addirittura in crescita del 10%, mentre tutta l�Italia andrebbe in rosso addirittura dell�11,5%, con 509 mila tonnellate.
Ci sono,comunque, altre regioni per le quali si prevede un raccolto in aumento: la Liguria che raddoppierebbe la produzione, la Sicilia , la Campania, l�Abruzzo, l�Umbria. Al contrario, gli splendidi oliveti della Puglia produrranno il 25% in meno. E in calo sono anche Calabria, Molise, Basilicata, Sardegna, Marche e Lazio.
Queste le previsioni, incerte perch� il raccolto non � finito e anche perch� fatte con metodi diversi. Ne esce, comunque, un territorio nazionale variegato, a toppe di Arlecchino per qualit� e quantit�.

Wanda Lattes




Il Tirreno

LOTTA CONTRO LA MOSCA DELL'OLIO (21/09/02)

Una nuova tecnica ha portato a dei buoni risultati.Il metodo elaborato dalla Scuola S. Anna permette di non usare prodotti chimici. Una qualit� migliore


VECCHIANO (PI) - La mosca olearia ha le ore contate? La lotta contro il temibile insetto sar� finalmente vinta? Per dare una risposta a queste domande, nella frazione di Avane proprio in questi mesi si sta sperimentando la tecnica delle catture che utilizza nuovi dispositivi di attrazione e uccisione della mosca. Ma in concreto di cosa si tratta? Per scoprirlo ne abbiamo parlato con il dottor Ruggero Petacchi, ricercatore di entomologia agraria della Scuola superiore Sant'Anna, che coordina l'intero progetto. La mosca delle olive rappresenta il maggior problema per la produzione dell'olio di qualit�.
Per combatterla una delle tecniche a basso impatto ambientale, adottata sia in Italia che in altri paesi olivicoli del bacino del Mediterraneo, � il "mass-killing" (catture massali).
Questo metodo consiste nell'uso di dispositivi appositamente costruiti per attrarre e uccidere gli adulti di mosca. La tecnica deve essere adottata ed eseguita solo su grosse superfici olivate, preferibilmente contigue e superiori ai cinque ettari.
"Il territorio di Avane - ha messo in evidenza Petacchi - � risultato avere queste caratteristiche, cos� che, grazie alla coscienza ambientale di alcuni produttori e al contributo del Comune di Vecchiano, � iniziato un progetto di controllo della mosca delle olive che come mezzo tecnico impiega i pannelli attrattivi della ditta Suneco, i quali hanno la funzione, appunto, di attrarre i maschi e le femmine di mosca delle olive e di eliminarli per contatto con un prodotto ad azione insetticida".
"I pannelli sono stati tutti posizionati nei quantitativi e nel periodo, met� luglio, indicati dalla stessa ditta fornitrice".
"A partire dalla fine di luglio - ha continuato il dottor Petacchi - � iniziato il monitoraggio settimanale della dinamica dell'infestazione della mosca olearia attraverso il conteggio del numero delle mosche che volano nell'oliveto e la qualifica dell'infestazione a carico delle olive. Il monitoraggio � stato eseguito dalla sezione di entomologia agraria della Scuola S. Anna mentre i campionamenti settimanali sono stati effettuati da Diego Tomassone, tirocinante di agraria presso la stessa Scuola S. Anna, spesso affiancato da alcuni olivicoltori coinvolti in questo progetto".
Ruggero Petacchi sostiene che la tecnica ha dato risultati soddisfacenti e ha permesso di controllare la mosca delle olive senza l'utilizzo di prodotti chimici che comportano un rischio elevato sia per il produttore che per l'ambiente di coltivazione.
Grande soddisfazione � stata espressa anche dall'assessore alle attivit� produttive del Comune di Vecchiano, Ivano Boschetti, il quale ha ricordato che il successo del progetto � anche il risultato delle molte collaborazioni che si sono avute in questi anni, come quella con la dottoressa Fantoni del Comune di San Giuliano, con il dottor Chiellini dell'Aipo, con il dottor Manca di Terre d'Etruria e, come quella, ormai consolidata, con l'associazione ambientalista Le Grepole di Avane.




Il Tirreno

OLIO, STAGIONE IN BILICO (4/09/02)

di Marzia Ara
CALCI. Fanno bene o male ai raccolti d'autunno i violenti acquazzoni di questa bizzarra estate? I pareri sono discordi. C'� chi dice che la pioggia sia salutare per la vendemmia, dopo il caldo torrido di giungo. Dunque in parte serva a bilanciare una situazione climatica sfavorevole. C'� per� chi afferma, al contrario, che la grande massa di acqua venuta gi� senza cateratte dal cielo finisca per ammarcire gli acini prossimi alla maturazione. Dove � caduta la grandine le conclusioni sono univoche: il disastro � sicuro. Cos� un'annata buona rischia di lasciare il posto a un raccolto deludente. Discorso oleario. Si prospetta una stagione boom. Le olive risultano abbondanti e di ottimo pregio. Rispetto all'anno scorso c'� da prenderne atto con viva soddisfazione. Ma si ripropone l'intorrogativo: la pioggia, specie quella che potrebbe venire, far� male o bene? Esistono due scuole di pensiero o, se preferiamo di previsione. La mosca olearia, tanto per citare uno dei pericoli maggiori, � l� in agguato. A questo punto sarebbero determianti i rimedi per salvare i raccolti, al momento molto promettenti sia al monte che al piano. E molto dipender�, si curano gli esperti, dalla linetta di mercurio dei termometri. Se continuer� a fare caldo � un conto, se arriver� il freddo sar� tutta un'altra cosa.




Il Tirreno

OLIO, IL "MADE IN ITALY" VINCE LA BATTAGLIA (del 30/10/01)

Da gioved� etichette trasparenti: sapremo da dove vengono le olive.


Il "made in Italy, almeno per l'olio d'oliva, sembra davvero salvo.
Dopo aver rischiato di fare la fine di tante griffe "taroccate" magari in Estremo Oriente, uno dei pi� famosi e importanti prodotti nazionali segna un punto nella battaglia per un'etichettatura pi� chiara e trasparente delle confezioni. In sintesi: da ora in poi, e pi� precisamente da gioved� prossimo(primi giorni di Novembre 2001)giorno in cui scatter� la nuova disciplina, non sar� pi� possibile spacciare per italiano un olio prodotto come spremitura e imbottigliamento all'interno dei confini della Penisola ,ma utilizzando magari olive raccolte in Spagna, Grecia o Tunisia. L'importantissimo principio, sancito da un regolamento licenziato dal Comitato di gestione delle materie grasse dell'UE, va a modificare un regolamento risalente al 1998 e stabilisce anche che, se il luogo di provenienza della materia prima non coincide con quello di frangitura delle olive, dovr� risultare chiaramente dalle indicazioni.
VERONELLI: bene ma dovremo arrivare alla DOC comunale. Per un vero extravergine bisogna frangere subito.
"Si tratta soltanto dell'inizio di una grande battaglia, quella che dovr� portare alla creazione. Per quanto riguarda l'olio di oliva, della denominazione di origine comunale: questo perch� ogni zona si differenzia dal punto di vista della qualit� e perch�, di conseguenza, si arriva anche ad una maggiore
tutela del consumatore."
Esulta ma non troppo Luigi Veronelli, giornalista e gastronomo di fama internazionale, per la notizia ,a lungo attesa, della modifica che porta ad una maggiore tutela dell'extravergine "made in Italy". E'soddisfatto da una parte perch� quella sull'olio � sempre stata una sua guerra personale; contemporaneamente avverte per� che la strada da percorrere � ancora molto lunga. Insomma , Veronelli, a che cosa dobbiamo arrivare per avere sulle nostre tavole un olio buono di sapore e davvero genuino dal punto di vista della composizione?" Per essere un vero extravergine le olive devono appartenere alla stessa "cultivar", essere raccolte a mano e subito frante: se si aspetta troppo, si creano infatti "rotture" che fanno decadere il prodotto. Finalmente, comunque, i contadini, ad esempio in Liguria e in provincia di Livorno hanno cominciato a mettere in funzione frantoi piccoli dove possono essere trattate anche modeste quantit� di olive, magari provenienti da coltivazioni limitate. Basta pensare che in Italia esistono un milione e 200 mila olivicoltori, ma che in questa categoria sono compresi anche coloro che possiedono ,al minimo, anche solo 200 piante.
In soldoni con la nuova normativa chi guadagner� e chi perder�?
"I piccoli ci guadagneranno ,la grande industria ci rimetter�. E tutto questo nell'ambito di un business in grande crescita: dagli Usa, ad esempio, la richiesta � in netto aumento e probabilmente, almeno per ora, non sar� possibile riuscire a soddisfarla, un po' come accadde una cinquantina di anni fa per i vini. Per questo ci sar� ,forse, una grande crescita dei prezzi, ma le grandi industrie ,probabilmente ,dovranno invece diminuire i listini .Comunque con questo regolamento tanto atteso ,prenderemo anche coscienza che diffondere la nostra cultura gastronomica � davvero molto importante."
Al di l� delle nuove etichette , cosa accade realmente con questo prodotto?
"Il novanta per cento dell'olio d'oliva che si vende in Italia non � italiano .O , magari, si tratta di olio lampante , adatto in partenza, come dice il nome, solo all'illuminazione. Mi spiego: le olive che cadono si deteriorano in poche ore. I nostri industriali le vanno ad acquistare in altri Paesi per poi portarle qui dove, con una serie di procedimenti chimici, riescono a trasformare l'olio cos� ottenuto in un altro prodotto che ha le caratteristiche richieste da un extravergine senza poi esserlo veramente. Purtroppo in Italia, non esiste un metodo approvato per scoprire questa vera sofisticazione, con le tecniche di analisi in grado di accertarlo che attendono di essere prese in considerazione, nonostante il passaggio da quelle parti di esponenti di vari partiti , nei cassetti del ministero delle Politiche agricole. Ripeto: questa nuova regolamentazione � un grande passo in avanti, ma il punto d'arrivo � la DOC comunale perch� il vero olio d'oliva "racconta la terra" in cui � nato, in contrasto quindi con chi propone solo prodotti "mischiati."




Corriere della Sera

OLIO D�OLIVA, UN�ANNATA A CINQUE STELLE (del 28/11/00)

Raggiunti livelli d�eccellenza nonostante il maltempo. Ma il raccolto sarà scarso.

ROMA - I gourmet dell�extravergine sono avvertiti: se anche quest�anno vorranno farsi una piccola scorta domestica del prezioso liquido verde dovranno affrettarsi a trovare il frantoi giusto. E prepararsi a spendere qualcosa in pi&u; grave. Ma ne varrà la pena. Perché se la produzione si preannuncia un po� scarsa, il primo olio del nuovo Millennio sarà decisamente buono, con punte di eccellenza in quelle regioni - Toscana, Umbria e Liguria - dove la coltivazione dell�ulivo è una vera e propria religione (Giancarlo Martelli)




La Repubblica

IN TAVOLA UN OLIO DI LUSSO QUALITA� E PREZZI DA RECORD (del 12/11/00)

I produttori però lamentano la scarsa cultura dei consumatori: "Come per il vino 20 anni fa"

ROMA - Il migliore costerà come una bottiglia di ottimo vino, una serata in pizzeria o due cinema in centro dalle venti alle trenta mila lire al litro più o meno ma sulla qualità si potrà dormire fra due cuscini: quest�anno l�annata sarà da ricordare: clima quasi perfetto con una lunga estate e un autunno dolce, la pioggia giusta al momento giusto. Un unico guaio: fra maggio e giugno c�è stato qualche temporale di troppo e in qualche regioni sono cadute un bel po� di olive in maturazione. La produzione sarà quindi ridotta fra i 5 milioni e 5 milioni e mezzo di quintali, il 30 per cento in meno rispetto alla campagna �99-2000 che però con i suoi 8 milioni di quintali era stata davvero da record.

Buona qualità e minore quantità che, secondo le regole del mercato, - se l�olio è serio si dovrebbe scontare in termini di prezzo (Luisa Grion)





IL MATTINO

OLIO, SCOMMESSA SULLA QUALITA� (del 17/11/00 )

Se la bottiglia ha il prezzo basso significa che le olive vengono dai paesi arabi o dalla Grecia

Filari di ulivi ininterrotti tra Damasco e Aleppo, e fra Tunisi e Hammamet, e in Libano, in Algeria. L�invasione sul mercato delle olive arabe è sicuramente molto più concentrata, al momento, del pericolo di colonizzazione religiosa mussulmana paventato le settimane scorse dal cardinale Biffi. Gran parte del prodotto, è noto, finisce nelle bottiglie di "olio extravergine delle colline toscane". Nessuna truffa, attenzione, ma solo una pesante sconfitta subita dall�Italia in sede europea ai danni del Mezzogiorno. La legge infatti, lo ha ricordato a Roma Paola Fioravanti, presidente dell�Umao (Unione mediterranea assaggiatori oli) non obbliga i produttori a trasformare olive italiane o comunque di origine garantita come accade per il vino, ma si limita a fissare i parametri di acidità in base ai quali l�olio può essere considerato extravergine.

Risultato? Eccolo: le grandi aziende preferiscono comprare olive a basso costo dai paesi arabi. (Luciano Pignataro)





L�Espresso

CON L�OLIO LA PRESSIONE SCENDE (del 18/5/00 )

Un'alimentazione ricca d'olio extravergine d'oliva riduce il fabbisogno di anti-ipertensivi e qualche volta permette di sospendere i farmaci. In uno studio dell'Università Federico II di Napoli pubblicato sugli "Archives of Internal Medicine", 23 ipertesi sono stati divisi in due gruppi trattati rispettivamente con una dieta ricca di acidi grassi monoinsaturi, contenuti nell'olio d'oliva, o polinsaturi, contenuti nell'olio di girasole. Dopo sei mesi i gruppi si sono scambiati le diete per altri sei mesi. Alla fine il fabbisogno di farmaci si era ridotto della metà nei primi e del 4 per cento negli altri. 8 pazienti del primo gruppo hanno sospeso gli anti-ipertensivi.





Corriere della Sera

SICUREZZA ALIMENTARE, L�ANNO DELLE ETICHETTE (del 21/01/01 )

OLIO - Il regolamento comunitario sull�olio extravergine (contestato dall�Italia) stabilisce che l�etichetta made in Italy non debba fare riferimento alla zona di provenienza delle olive, ma a quella dove si trova il frantoio. La scritta olio extravergine prodotto in Italia potrebbe, quindi, indicare che ci si trova di fronte a un olio ottenuto da olive che arrivano da altri Paesi, ma che sono state lavorate nel nostro. Con olio extravergine di oliva toscano o olio extravergine prodotto in Italia da olive toscane (o umbre, o liguri, o pugliesi) ci si riferisce, invece, a una materia prima proveniente da regioni ben precise. Cosa che, per�, il produttore deve essere in gradi di dimostrare. Una sicurezza in pi� sulla zona di origine viene dai prodotti DOP ( denominazione di origine protetta), e IGP (indicazioni geografiche protette).

(Anna Bartolini)









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